domenica 11 aprile 2010

Due giornate intense...

E' finito anche questo week end dedicato al Ranch Roping.
Il progetto inizia a delinearsi. Ad ogni clinic che facciamo scopriamo cose nuove, troviamo risposte agli interrogativi passati e ce ne poniamo di nuovi.
Tanti sono stati gli argomenti trattati, tutti relati a quelle che possono essere le situazione in cui ci si potrebbe imbattere durante il lavoro in un ranch.
Durante una prova sulla sicurezza, in cui dovevamo cercare di tagliare un rope in una emergenza simulata, ci siamo accorti che alcuni dei nostri cavalli erano spaventati da determinate situazioni.
Abbiamo iniziato allora un lavoro di desensibilizzazione, ed è fantastico vedere che rapidi progressi può fare un cavallo nel superare le sue paure, se viene correttamente aiutato!
Abbiamo approfondito qualche tiro nuovo, perfezionato quelli classici e continuato con il percorso di horsemanship, alternando il lavoro a terra con quello a cavallo, la mandria con le dummies, avvicendando pratica e teoria.
Il tutto condito dal clima di amicizia, dagli aneddoti di Jason, dalla consapevolezza di percorrere un sentiero importante per la crescita nostra e dei nostri cavalli, tutelando tutti gli animali con cui lavoriamo, in primis i vitelli.
In particolare un episodio mi ha colpito, e ci tengo a menzionarlo: durante una pausa, per non lasciare il mio quarter legato ad una staccionata, l'ho liberato in arena insieme al cavallo di un'amica. I due sono "vicini di casa", nel senso che hanno i paddock confinanti, ma non si erano mai trovati liberi insieme.
E' stato affascinante vedersi innescare le dinamiche tipiche di due cavalli che cercano di stabilire la corretta collocazione gerarchica; le impennate, le corse, le spinte, il tutto però con una naturalezza e una, direi, "giocosità" ben diverse da quello che si può osservare quando un cavallo montato ne scalcia un altro perchè infastidito. E che emozione nel vedere come, alla fine, chiariti i ruoli, abbiano trovato una nuova dimensione di convivenza.
Questo episodio mi ha fatto pensare a quanto spesso neghiamo ai nostri animali la possibilità di comportarsi con naturalezza, e mi ha confermato nella decisione di trasformare sempre di più il mio cavallo in un socio, in un partner, in un compagno di giochi piuttosto che trattarlo come uno strumento, come troppo spesso vedo fare in giro. La sfida è conciliare il lavoro e la necessaria "obbedienza" con il rispetto dell'anima del cavallo, che deve comprendere e condividere il nostro progetto, e non essere un passivo schiavo dei nostri desideri.
La prossima volta che montate, cercate di vedere in questa nuova ottica l'animale che pazientemente vi trasporta (e nel mio caso vi assicuro che di pazienza deve averne parecchia!!) e vedrete che il vostro rapporto  lentamente ma irreversibilmente inizierà a cambiare.
Ciao a tutti, e alla prossima!!

1 commento:

  1. Complimenti Ugo, chiaro e coinciso. Sono stati due giorni fantastici (come al solito) sopratutto grazie alla compagnia che è sempre ottima! :D
    buona giornata
    Ricky

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