Oggi sono stato da un amico, avevo bisogno di un paio di slobber straps per il mio snafflebit, e lui, che è un piccolo artista in questo genere di lavori, me li ha fatti. Con l'occasione ho acquistato un bel mecate in crine, e così finalmente avrò un'imboccatura come si deve!
Sulla via del ritorno, guidando di notte con la compagnia della splendida musica di Dave Stamey, ho fatto alcune riflessioni sul branding di questo week end.
Come sempre è stata un'esperienza unica. Un grazie particolare va al nostro Cow Boss Phil e al fratello Slim (al secolo Rocco) che ci hanno accolto con un'ospitalità davvero calorosa ed un'organizzazione ottima.
L'aspetto che più mi ha colpito, questa volta, è derivato da una diversa impostazione del lavoro. Mentre la volta scorsa si è trattato più di clinic che di lavoro effettivo, in questa occasione eravamo determinati a terminare tutti i vitelli da taggare, tutte le vacche da medicare e tutto il resto che c'era da fare entro la sera del Sabato.
Questo ha significato continuare a roppare e a tirar giù vitelli anche quando la voglia era evaporata da un pezzo, sotto il sole cocente di una torrida giornata di Agosto.
Quando finalmente abbiamo terminato, cotti ma soddisfatti, che piacere è stato sfilarsi gli stivali alti ed infilarsi le comode Crocs! Mi ha fatto capire perchè tante volte ho visto, sia in Italia che negli States, i veri cowboys che dopo una dura giornata di lavoro se ne andavano in giro in bermuda e ciabatte! All'epoca devo ammettere che la cosa mi disturbava: avevo ancora il mito del cowboy inappuntabile nell'abbigliamento e nell'equipaggiamento. Adesso, il mito mi è rimasto per quanto riguarda l'equipaggiamento, che deve sempre essere funzionale e ben tenuto, ma ho capito (finalmente! diranno alcuni di voi..) che essere un cowboy è un mestiere, una way of life, un modo di pensare e di rapportarsi con il proprio cavallo, con la natura e con gli altri, e tutto questo può convivere tranquillamente, nei momenti di libertà, con un abbigliamento più casual di quello che si utilizza durante il lavoro.
Prossimamente su questo blog pubblicherò un po' di foto e racconterò qualche dettaglio in più.. per ora vi auguro una buona notte e vi allego un video carino (rubato dal FB di Phil!!)
venerdì 27 agosto 2010
giovedì 19 agosto 2010
Si avvicina il prossimo branding...
Ebbene sì, si avvicina il nuovo appuntamento con il branding! E come sempre ci sarà da divertirsi, oltre che da lavorare! Sempre durante il week end, ovvio: noi siamo cowboy della domenica! ;)
Per inciso, lo scorso week end abbiamo partecipato ad una gara di Team Roping, da Mike.
Appena avrò tempo vi racconterò tutto nel dettaglio, intanto vi dico subito che il buon vecchio Lefty, che come tutti sappiamo è un vero garista, ha vinto in team con Max Canu.
Ci siamo divertiti veramente come dei pazzi, e presto lo vedrete dalle foto che pubblicherò! Alla faccia di tutti quelli che snobbano il Team Roping!
A presto, ciao!
p.s. a proposito, prima che i soliti buffoni "bene" informati si mettano a sputacchiare numeri inventati, vi dico quanto pagherò per il branding: sborserò 100 € per avere a disposizione, durante tutto il week end, un cowboy vero, professionista, nato e vissuto in Idaho, che ci insegnerà tutti i trucchi del mestiere, ci correggerà gli errori, e soprattutto ci permetterà di lavorare in sicurezza.
Insomma, uno che le cose le sa e le fa, non uno che parla solo, e grazie al quale abbiamo la possibilità di crescere davvero.
100 euro per tutto questo mi sembrano una cifra irrisoria, soprattutto alla luce del fatto che ci sono persone, NON professionisti, che tengono clinic alla stessa cifra, per insegnarti cose che loro hanno visto solo sui DVD.
Ri-ciao!
p.s. a proposito, prima che i soliti buffoni "bene" informati si mettano a sputacchiare numeri inventati, vi dico quanto pagherò per il branding: sborserò 100 € per avere a disposizione, durante tutto il week end, un cowboy vero, professionista, nato e vissuto in Idaho, che ci insegnerà tutti i trucchi del mestiere, ci correggerà gli errori, e soprattutto ci permetterà di lavorare in sicurezza.
Insomma, uno che le cose le sa e le fa, non uno che parla solo, e grazie al quale abbiamo la possibilità di crescere davvero.
100 euro per tutto questo mi sembrano una cifra irrisoria, soprattutto alla luce del fatto che ci sono persone, NON professionisti, che tengono clinic alla stessa cifra, per insegnarti cose che loro hanno visto solo sui DVD.
Ri-ciao!
giovedì 12 agosto 2010
Un piccolo ma interessante trail
Ieri, dopo tanto tempo, finalmente un piccolo trail montano.
Al mattino ho agganciato il trailer, caricato il cavallo (che ormai, grazie all'aiuto di Lefty e Chiara, sale sul trailer come se fosse casa sua) e via per qualche ora di macchina fino a raggiungere gli amici.
A quel punto, guidati dal vecchio Lefty, abbiamo incominciato il nostro viaggio.
Troppo spesso si sottovalutano i piccoli trekking e le passeggiate. E' importante sempre, per la sicurezza nostra e dei nostri cavalli, che ci si un ordine quasi militare durante la marcia. I cavalli devono mantenere sempre le stesse posizioni, così da abituarsi a seguire e a fidarsi dell'animale che li precede.
Ma per fortuna che dalle nostre parti ci sono dei validissimi maestri (e vice maestri) di trail da cui si può andare per imparare tutto. (Parentesi: certo che è strano come abbondino dei tipi superdotati che sono Maestri in tutto, hanno un sacco di seguaci che diventano subito piccoli campioni, e io che non mi ritengo maestro in nulla, non insegno niente a nessuno, mi faccio i fatti miei e cerco solo di imparare il più possibile con umiltà, a volte mi devo sentire insultare e tacciare di presunzione da degli imbecilli che se fossero davanti a me di persona non avrebbero il coraggio di dire mezza parola.. vabbè, chiudiamo questa parentesi)
Incominciamo così il nostro piccolo trail (prima che qualcuno inizi a berciare che non posso chiamarlo trail, definiamo: un "trail" è un percorso, una traccia o un'altra via o sentiero usati per fare un viaggio - da Wikipedia.).
La strada si inerpica subito ripidissima e rocciosa, e siamo costretti a smontare e guidare i cavalli da terra. Oncepine è un po' maleducato in questo,e abbiamo dovuto insegnargli a stare dietro di me e non superarmi nella foga di salire.. ma alla fine ha imparato e tutto è andato per il meglio.
Giunti su un tratto meno scosceso, montiamo in sella e ci avviamo lungo il sentiero, tra i boschi..
Tra le fronde fa capolino uno splendido esemplare di Sylvilagus Floridanus, col suo folto manto grigio,che sembra approvare la nostra presenza, perchè invece di attaccarci si sofferma a guardarci passare, per poi balzare via e sparire come un maestoso spirito dei boschi.
Proseguiamo aprendoci un varco tra gli alberi. A volte siamo costretti ad usare il machete per sfrondare i rami di Rubus Ulmifolius che ci chiudono il passaggio.
Ci inerpichiamo comunque per qualche ora, fino a raggiungere la sommità della montagna. A questo punto la vista ci si apre mozzafiato. Le case sparse giù in valle sono minuscoli puntini, il cielo terso, solcato di nubi candide, ad un tratto è oscurato dal lento volo circolare di un Necrosyrtes Cotecchiorum.
Ci fermiamo un attimo, rapiti dalla bellezza dello spettacolo che la natura ci ha voluto ancora una volta regalare. Mi allontano un attimo dagli altri, l'unico rumore è quello dell'acqua che scorre, e del vento che lambisce la tesa del cappello.
Cominciamo la discesa, vogliamo essere di rientro prima che faccia buio. Noto con piacere il passo del mio cavallo farsi via via più sicuro, man mano che si scrolla di dosso le lunghe giornate di arena.
Sulla via del ritorno incontriamo un anziano cavaliere che sta insegnando la nobile arte alla nipote, e ci fermiamo per un po' a scambiare qualche parola, e ad attingere un po' alla saggezza e all'esperienza delle generazioni passate.
Lungo la strada, ad un tratto, un rumore forte, ci sembra il bramito del Cervo Mulo, fa drizzare le orecchie dei nostri quadrupedi. Si ripete un paio di volte, poi il silenzio del bosco torna ad avvolgerci come un caldo manto.
Infine, stanchi ma soddisfatti, rientriamo al rifugio per la notte. Il mio cavallo resterà lì, affidato in ottime mani, e passerò l'indomani a riprenderlo, per non stressarlo con un trasporto notturno dopo una giornata di duro lavoro.
Una frugale cena tutti insieme (ci hanno raggiunto anche un Amico, campione di Ranch Roping, con la sua fidanzata) e poi a casa per il meritato riposo.
Concludo con pensiero filosofico profondo: che bello essere in ferie!!!
Alla prossima!
ciao
Al mattino ho agganciato il trailer, caricato il cavallo (che ormai, grazie all'aiuto di Lefty e Chiara, sale sul trailer come se fosse casa sua) e via per qualche ora di macchina fino a raggiungere gli amici.
A quel punto, guidati dal vecchio Lefty, abbiamo incominciato il nostro viaggio.
Troppo spesso si sottovalutano i piccoli trekking e le passeggiate. E' importante sempre, per la sicurezza nostra e dei nostri cavalli, che ci si un ordine quasi militare durante la marcia. I cavalli devono mantenere sempre le stesse posizioni, così da abituarsi a seguire e a fidarsi dell'animale che li precede.
Ma per fortuna che dalle nostre parti ci sono dei validissimi maestri (e vice maestri) di trail da cui si può andare per imparare tutto. (Parentesi: certo che è strano come abbondino dei tipi superdotati che sono Maestri in tutto, hanno un sacco di seguaci che diventano subito piccoli campioni, e io che non mi ritengo maestro in nulla, non insegno niente a nessuno, mi faccio i fatti miei e cerco solo di imparare il più possibile con umiltà, a volte mi devo sentire insultare e tacciare di presunzione da degli imbecilli che se fossero davanti a me di persona non avrebbero il coraggio di dire mezza parola.. vabbè, chiudiamo questa parentesi)
Incominciamo così il nostro piccolo trail (prima che qualcuno inizi a berciare che non posso chiamarlo trail, definiamo: un "trail" è un percorso, una traccia o un'altra via o sentiero usati per fare un viaggio - da Wikipedia.).
La strada si inerpica subito ripidissima e rocciosa, e siamo costretti a smontare e guidare i cavalli da terra. Oncepine è un po' maleducato in questo,e abbiamo dovuto insegnargli a stare dietro di me e non superarmi nella foga di salire.. ma alla fine ha imparato e tutto è andato per il meglio.
Giunti su un tratto meno scosceso, montiamo in sella e ci avviamo lungo il sentiero, tra i boschi..
Tra le fronde fa capolino uno splendido esemplare di Sylvilagus Floridanus, col suo folto manto grigio,che sembra approvare la nostra presenza, perchè invece di attaccarci si sofferma a guardarci passare, per poi balzare via e sparire come un maestoso spirito dei boschi.
Proseguiamo aprendoci un varco tra gli alberi. A volte siamo costretti ad usare il machete per sfrondare i rami di Rubus Ulmifolius che ci chiudono il passaggio.
Ci inerpichiamo comunque per qualche ora, fino a raggiungere la sommità della montagna. A questo punto la vista ci si apre mozzafiato. Le case sparse giù in valle sono minuscoli puntini, il cielo terso, solcato di nubi candide, ad un tratto è oscurato dal lento volo circolare di un Necrosyrtes Cotecchiorum.
Ci fermiamo un attimo, rapiti dalla bellezza dello spettacolo che la natura ci ha voluto ancora una volta regalare. Mi allontano un attimo dagli altri, l'unico rumore è quello dell'acqua che scorre, e del vento che lambisce la tesa del cappello.
Cominciamo la discesa, vogliamo essere di rientro prima che faccia buio. Noto con piacere il passo del mio cavallo farsi via via più sicuro, man mano che si scrolla di dosso le lunghe giornate di arena.
Sulla via del ritorno incontriamo un anziano cavaliere che sta insegnando la nobile arte alla nipote, e ci fermiamo per un po' a scambiare qualche parola, e ad attingere un po' alla saggezza e all'esperienza delle generazioni passate.
Lungo la strada, ad un tratto, un rumore forte, ci sembra il bramito del Cervo Mulo, fa drizzare le orecchie dei nostri quadrupedi. Si ripete un paio di volte, poi il silenzio del bosco torna ad avvolgerci come un caldo manto.
Infine, stanchi ma soddisfatti, rientriamo al rifugio per la notte. Il mio cavallo resterà lì, affidato in ottime mani, e passerò l'indomani a riprenderlo, per non stressarlo con un trasporto notturno dopo una giornata di duro lavoro.
Una frugale cena tutti insieme (ci hanno raggiunto anche un Amico, campione di Ranch Roping, con la sua fidanzata) e poi a casa per il meritato riposo.
Concludo con pensiero filosofico profondo: che bello essere in ferie!!!
Alla prossima!
ciao
domenica 8 agosto 2010
Ed ecco la dummy, finalmente è arrivata!!
Finalmente il lavoro è finito, e qui potete ammirare il risultato!
L'ho ovviamente già provata, e devo dire che da grande soddisfazione!
L'ho ovviamente già provata, e devo dire che da grande soddisfazione!
venerdì 6 agosto 2010
Amici, dummy e coltelli
Come chi mi conosce sa bene, la mia precisione con il rope ultimamente si fa un po' desiderare.
Purtroppo, essendo un roper del weekend e alternando il ranch roping con le passeggiate a cavallo, il tempo per allenarmi è sempre poco, ma ok così! Per migliorare ho deciso tempo fa di farmi costruire una dummy, cioè una specie di vitello di legno su cui potersi allenare tanto da terra che da cavallo.
Avevo un paio di corna di corna che mi aveva regalato il cowboss come ringraziamento per un lavoro svolto a cavallo (le corna regalate dalle fidanzate non vanno bene per fare le dummy, altrimenti sarei stato già a posto da tempo, e ci sarebbero persone che potrebbero metter su un commercio!)
Tempo fa, quindi, in occasione di un viaggio da un mio amico artigiano a LittleAsh ( a circa 4000 miglia a Est di Denver, Colorado), insieme con lui scegliemmo un tronco che potesse essere adatto. L'occhio cadde su un tronco secolare di Acacia Farnesiana (nota anche in Italia come Gaggìa) che giaceva in mezzo all'erba da chissà quanti anni, ma era ancora molto ben conservato.
Lo portammo quindi a casa e il mio Amico mi promise che presto avrebbe iniziato a lavorarci.
Ho avuto poi la fortuna di osservare le sue abili mani che lavoravano il legno con perizia, ripulendo il tronco dagli strati superiori un po' rovinati dalle intemperie, per portare alla luce il durissimo legno interno, che sfida anche le lame più affilate.
Il lavoro, portato avanti con gli strumenti tradizionali, è stato faticoso, ma il sudore conferisce un'anima agli oggetti che li rende unici e insostituibili.
Purtroppo, essendo un roper del weekend e alternando il ranch roping con le passeggiate a cavallo, il tempo per allenarmi è sempre poco, ma ok così! Per migliorare ho deciso tempo fa di farmi costruire una dummy, cioè una specie di vitello di legno su cui potersi allenare tanto da terra che da cavallo.
Avevo un paio di corna di corna che mi aveva regalato il cowboss come ringraziamento per un lavoro svolto a cavallo (le corna regalate dalle fidanzate non vanno bene per fare le dummy, altrimenti sarei stato già a posto da tempo, e ci sarebbero persone che potrebbero metter su un commercio!)
Tempo fa, quindi, in occasione di un viaggio da un mio amico artigiano a LittleAsh ( a circa 4000 miglia a Est di Denver, Colorado), insieme con lui scegliemmo un tronco che potesse essere adatto. L'occhio cadde su un tronco secolare di Acacia Farnesiana (nota anche in Italia come Gaggìa) che giaceva in mezzo all'erba da chissà quanti anni, ma era ancora molto ben conservato.
Lo portammo quindi a casa e il mio Amico mi promise che presto avrebbe iniziato a lavorarci.
Ho avuto poi la fortuna di osservare le sue abili mani che lavoravano il legno con perizia, ripulendo il tronco dagli strati superiori un po' rovinati dalle intemperie, per portare alla luce il durissimo legno interno, che sfida anche le lame più affilate.
Il lavoro, portato avanti con gli strumenti tradizionali, è stato faticoso, ma il sudore conferisce un'anima agli oggetti che li rende unici e insostituibili.
Inoltre sto aspettando che mi arrivino alcuni coltelli da parte del mio amico Justin, dalle bianche montagne degli States.
Sono lame sincere, affidabili, compagne fedeli del cowboy.
Colgo l'occasione per parlare del coltello: a cosa serve e come portarlo.
Un buon cowboy dovrebbe sempre portare con sé un buon coltello quando esce a cavallo o va in un ranch. Non puoi mai sapere infatti in che situazione potrai trovarti, in cui una lama sicura e affilata potrebbe essere indispensabile: tagliare un finimento che sta imprigionando un cavallo, tranciare pezzi di curdin dei balot per fare un barbozzale, assalire un salame offerto da qualcuno e aggiudicartene una fetta, pulire gli zoccoli del cavallo (meglio se in quest'ordine, non consiglio di invertire con il salame..)
Se proprio volete, potete portarvi appresso una specie di sciabola per sfrondare... ma solo se prevedete di trovare delle fronde.. ;)
In generale però una lama da pochi centimetri andrà più che bene, purché sia affilata e robusta (niente di più pericoloso di un coltello che ti si spezza tra le mani mentre ci lavori).
Inoltre il coltello dev'essere strutturato in modo da potersi aprire e chiudere con una sola mano, permettervi una presa salda e proteggervi le dita evitando che vi scivolino sul lato affilato affilato della lama. SUL lato affilato, perché se la lama ha 2 lati affilati è un pugnale, arma da guerra, e se ve lo trovano addosso vi arrestano. In compenso, un pugnale vi permetterà di tagliarvi le dita molto agevolmente se lo impiegate per fare qualsiasi tipo di lavoro!
Ho visto molti portare il loro coltello in degli artistici porta-coltello in cuoio fissati alla sella. Lo svantaggio è che, se siete a terra, diventa spesso difficile raggiungere lo strumento, magari con il cavallo che si contorce cercando disperatamente di strangolarsi con il vostro romal nuovo (hehehe, lo fanno spesso, e più è costoso il romal, tanto più il cavallo cercherà di strangolarsi). Lo stesso vale per i porta-cellulare da sella. Se cadete e il vostro cavallo scappa, il cellulare è di limitata utilità se invece che nella tasca dei vostri jeans è sulla sella del cavallo...
Ricordatevi inoltre che il coltello infilato nella tasca dei pantaloni quando andate in macchina o a ballare country non "fa cowboy" nè macho, ma semplicemente vi procurerà molte grane con la giustizia.
Se qualcuno di voi stesse pensando ad un possibile uso del coltello per difesa personale, lasciate che vi dica una cosa: se siete bravi, non vi serve il coltello. Se non siete bravi, col coltello rischiate solo di farvi più male, o se siete fortunati di finire in galera.. Quindi ok il coltello, ma solo se siete a cavallo!!
Vabbè, mi sa che sono stato abbastanza noioso per oggi, quindi vi posto una curiosità:
Vi siete mai chiesti cosa vuol dire "Punchy"?
A parte essere il nome di un cane affettuosissimo e divertentissimo, cercando sul dizionario si trova che "punchy" vuol dire "incisivo", non nel senso di dente ma nel senso di efficace, diretto, preciso.
Ad esempio nella frase "to use short punchy sentences" che significa "usare frasi corte ed incisive" (da English Collins Dictionary).
E fin qui, nulla di nuovo direte voi... Ma..... usato in modo gergale, "punchy" è un aggettivo che si riferisce a una persona mentalmente un po' confusa per aver incassato dei pugni in testa. Potrebbe render bene in italiano come "suonato".
Viene usato ad esempio nel film Pulp Fiction, ma poi tradotto in modo lontano dall'originale, quando Vincent insulta Butch (che è un pugile):
Lingua Originale:
- You heard me just fine punchy.
- You heard me just fine punchy.
Doppiaggio Italiano:
- Mi hai sentito benissimo palle mosce.
- Mi hai sentito benissimo palle mosce.
Ora vi saluto e vado a dormire, domani mi aspetta l'ultimo giorno di lavoro, e poi ferie!!!!!
Iscriviti a:
Post (Atom)